Per una navigazione Internet sicura e responsabile, è necessario che gli utenti sappiano a quali contenuti vanno incontro, che siano leciti oppure no.
Sebbene il comune buonsenso sia d’aiuto per contrastare determinati pericoli e comportamenti criminali, conoscere il web e il suo funzionamento è di vitale importanza come forma di autotutela.
Quasi tutti ormai utilizziamo la rete Internet per lavorare, svagarsi e per comunicare con le altre persone, ma sono in pochi a conoscerne i reali meccanismi di base. Infatti, non tutti sanno che c’è differenza tra Internet e Web, spesso impiegati come sinonimi, quando non lo sono.
In realtà, Internet è la componente hardware, cioè l’infrastruttura fisica e logica che usiamo per connetterci, mentre il web (World Wide Web) è il software, ovvero il servizio su cui poggia l’infrastruttura.
Si può quindi pensare ad Internet come una sorta di contenitore, dentro il quale si collocano una serie di servizi e applicazioni di rete. Questo è fondamentale per capire cosa sono il Deep Web e il Dark Web.
Il primo è la parte profonda della rete, l’altro è invece quella sommersa. A volte i due concetti sono confusi o sovrapposti, nonché demonizzati. Si tratta però di due ambiti digitali diversi, dei quali in molti casi non bisogna avere paura.
Vediamo quindi in cosa consistono il Deep Web e il Dark Web e quali sono i possibili pericoli all’orizzonte.
Cos’è il Surface Web?
Prima ancora di comprendere cosa sono Deep Web e Dark Web, è bene andare a chiarire un altro elemento importante ad essi collegato: il Surface Web.
Come si può evincere dal nome, tale termine indica il segmento della rete web pubblica, dove gli utenti di tutto il mondo possono navigare e utilizzare i motori di ricerca più diffusi.
All’interno del Surface Web ci sono dunque tutte le risorse indicizzate da Google, Yahoo, Bing e così via. Inoltre, si avrà libero accesso ai server che raccolgono pagine, applicazioni ed altri elementi pubblici. Ad oggi, sembra che il Surface Web componga circa il 4% dell’intera rete.
Ciò è possibile perché si tratta di servizi per i quali non sono richieste registrazioni, abbonamenti o installazioni di programmi. Al contrario, tutto quel che richiederà operazioni di accesso confluirà nel cosiddetto Deep Web.
Cos’è il Deep Web?
Il modo migliore per spiegare il significato di Deep Web è ricorrere alla metafora dell’iceberg, dove l’iceberg simboleggia tutte le risorse informative reperibili sul web.
La punta, cioè la parte sopra il livello del mare, è appunto il Surface Web, che, come abbiamo appena visto, costituisce solo una minuscola parte di tutte le informazioni presenti su Internet.
Invece la sezione sommersa dell’iceberg che si trova al di sotto del livello del mare è il Deep Web. Studi e ricerche sono state condotte sulla reale estensione del Deep web, la cui ampiezza è stata stimata tra l’89 e il 96% della rete Internet.
Il Deep Web è la parte che non viene indicizzata dai motori di ricerca e per tale ragione non potremo trovare questi contenuti su Google. Ma quali risorse compongono allora il Deep Web?
Ecco alcuni esempi:
- Informazioni per le quali è necessario effettuare il login al proprio account;
- Film, serie tv e contenuti sportivi visibili solamente attraverso la sottoscrizione di un abbonamento, come Netflix, Amazon Prima, Disney+ e così via;
- Siti protetti dal CAPTCHA, un piccolo test di verifica che serve a verificare che l’utente non sia un bot;
- Offerte personalizzate secondo le precedenti ricerche online;
- Documenti e dati condivisi solo con determinate persone;
- Intranet aziendali le cui informazioni sono accessibili soltanto ai dipendenti della società.
Il Deep Web è una componente decisamente importante della nostra esperienza online ed è utile per poter godere di servizi personalizzati e proteggere la nostra privacy. Percentualmente rappresenta il segmento più ampio del web e al contrario di ciò che si può pensare, non ha nulla a che vedere con la criminalità.
L’equivoco nasce dal fatto che molte volte l’espressione viene confusa con il Dark Web che, al contrario, può diventare lo spazio virtuale per svariate attività illegali.
Cos’è il Dark Web?
Il Dark Web non è altro che una piccola sottosezione del Deep Web, composta da siti e server nascosti di proposito. In tal senso, è bene chiarire che i contenuti sono accessibili pubblicamente, ma è il loro indirizzo IP ad essere occultato.
Ciò consente alle persone che gestiscono questi server di nascondere la propria identità e di limitare l’accesso esclusivamente ad un numero circoscritto di utenti. L’attuale estensione del Dark Web non è del tutto nota e sembra sia composto da decine di migliaia di indirizzi URL.
Chi accede al Dark Web in genere usa particolari reti definite darknet, con lo scopo di mantenere anonima la propria navigazione, senza lasciare tracce in rete. Le reti darknet ospitano utenti che si connettono solo con persone fidate, a volte condividendo file in modalità peer-to-peer.
Tra le varie darknet presenti nel Dark Web la più utilizzata e conosciuta è la rete Tor (The Onion Router) alla quale si può accedere mediante specifici server proxy configurati o tramite l’omonimo browser Tor.
Per quanto riguarda la rete Tor, è fornita di una particolare “struttura a cipolla” che si fonda sul protocollo di rete onion routing. È stata creata nel 1998 dalla US Navy per assicurare l’anonimato sulle reti interne ed è stata resa pubblica nel 2006.
Ad oggi è impiegata da 750 mila persone ogni giorno che comunicano in modo anonimo grazie a strati di crittografia che impediscono eventuali tentativi di monitoraggio o tracciamento.
Invece il browser Tor può essere scaricato gratuitamente e può essere usato per navigare sul web tutti i giorni, proteggendo la propria privacy. Tra i suoi frequentatori ci sono spesso attivisti oppure persone oppresse che vivono sotto regimi autoritari e desiderano aggirare la censura.
I pericoli del Dark Web
Il Dark Web può essere immaginato come un grande mercato nel quale è possibile reperire di tutto e di più. Esiste infatti la versione .onion dei principali siti di news e anche di Facebook. Inoltre, una buona parte di tali pagine sono gestite da innocui amanti del mondo delle criptovalute.
Fin qui sembra andare tutto bene, ma il Dark Web purtroppo viene facilmente utilizzato per alimentare mercati illegali ed attività criminali di varia tipologia. Esistono dei veri e propri market che funzionano come eBay, con venditori che ottengono punteggi basati sui feedback degli utenti.
Ma qual è la proporzione tra legale e illegale nel Dark Web? Nel 2016 due ricercatrici di Terbium Labs, Emily Wilson e Clare Gollnick, hanno condotto una ricerca selezionando 400 URL.onion e dividendole poi secondo contenuto e scopo.
Nell’indagine hanno scoperto che quasi la metà dei siti era legale. Nel restante 45% rientravano URL contenenti dati illegali riguardanti lo spaccio di droga e farmaci, le truffe online e le operazioni di hacking.
Dunque, è pur vero che nel Dark Web non tutto è riconducibile ad attività criminali, ma una buona parte di tali risorse sono effettivamente collegate al cybercrimine. Con facilità si possono acquistare codici malevoli, trovare hacker oppure sviluppare autonomamente dei malware tramite apposite piattaforme.
Una delle storie più rappresentative del Dark Web è quella di Silk Road, uno dei più famosi siti di e-commerce illegali che poteva essere raggiunto esclusivamente grazie a Tor. È una specie di marketplace nel quale si può comprare droga, farmaci, documenti falsi, armi e molto altro.
Aperto nel 2011, Silk Road è stato chiuso definitivamente dall’FBI nel 2013 e nel 2015 il suo fondatore, Ross Ulbricht, è stato condannato all’ergastolo. Ulbricht era un ingegnere dallo spirito libertario e visionario che aveva concepito Silk Road come un “esperimento economico”.
Il suo arresto e la condanna esemplare sono stati usati dalle autorità americane come deterrente ed esempio per tutti coloro che svolgono attività illegali nascondendosi dietro l’anonimato del web.