La diffusione sempre più ampia di nuovi modelli di linguaggio è ormai inarrestabile e le principali aziende informatiche hanno iniziato a proporre software e strumenti che supportano le funzionalità di intelligenza artificiale per migliorare le proprie potenzialità.
In tal senso non fa eccezione Opera che si inserisce nel settore lanciando Aria, l’AI generativa integrata nel suo browser di navigazione. Questo nuovo software targato Opera rappresenta una valida alternativa alle soluzioni su cui stanno già lavorando da tempo i colossi Microsoft e Google.
Infatti, la società di Bill Gates sta cercando di aggiungere al motore di ricerca Bing delle funzionalità simili a quelle di ChatGPT, mentre Google sta lavorando per inserire opzioni AI nel browser Chrome. Andiamo allora a scoprire quali sono le novità offerte da Opera e da Aria.
Che cos’è Opera
In confronto ai suoi competitor, Opera è uno dei browser che ha conservato più a lungo una politica di vendita del prodotto. Oltre però all’acquisto della licenza, in principio era possibile utilizzare il programma gratuitamente, ma a patto di consentire la presenza di un banner pubblicitario nella finestra del software.
Solo nel 2005 Opera è diventato ufficialmente un programma interamente gratuito con la rimozione del banner. Oggi è disponibile in 44 diverse lingue ed è compatibile con tanti sistemi operativi, tra i quali Linux, Windows, FreeBSD, Macintosh e Solaris. Nel panorama attuale Opera si colloca tra i cosiddetti “underdog”, ovvero quei prodotti spesso relegati ai margini o comunque poco conosciuti al grande pubblico, sovrastato da altre aziende high-tech molto più quotate.
In ogni caso si tratta di uno dei primi browser ad essere apparsi sul mercato e riesce ancora ad attirare una discreta fetta di utenti. Il programma è stato creato dalla società norvegese Telenor nel 1994 con il nome di MultiTorg Opera. La prima versione ufficiale viene presentata nel 1995, ma solo l’anno successivo il programma inizia a farsi conoscere.
Con Opera Browser 4.0 rilasciato nel 2000 il software include anche un client e-mail integrato e il supporto per SSL 2 e 3, XML, HTTP 1.1 e JavaScript 1.3. Invece nel 2003 esce la sua settima versione basata sull’innovativo motore di rendering Presto che assicura un evidente incremento nelle prestazioni.
Con Opera Browser 8 nel 2005 arriva il supporto alle immagini SVG e contemporaneamente viene pubblicata Opera Mini, la prima versione più “leggera” concepita per i dispositivi mobili. La quindicesima versione segna un grande cambiamento nell’architettura grafica in quanto dal motore Presto si passa a WebKit.
Nel luglio 2016 la casa madre norvegese decide di vendere Opera ad un consorzio cinese per la cifra di 600 milioni di dollari e ad oggi risulta essere il quarto browser più diffuso a livello mondiale.
Le novità previste da Aria
L’intelligenza artificiale nativa di Opera è stata denominata Aria e si basa sulla ben conosciuta tecnologia GPT. Tale AI è stata quindi integrata nel browser Opera One che è già disponibile per i più importanti sistemi operativi sia per la versione desktop che per quella mobile Android e iOS.
Essendo ancora in una fase iniziale del progetto, non è possibile elencare nel dettaglio tutti i modi nei quali l’AI va ad impattare sul browser Opera, ma l’azienda ha comunque divulgato le caratteristiche principali. La prima riguarda le “tab islands”, ovvero delle categorie nelle quali l’utente può mettere i vari gruppi di schede, senza rinunciare ad una visione d’insieme.
Infatti, uno degli scopi primari di Opera è assicurare in ogni modo possibile una navigazione intuitiva e agevole. Su tale funzione sono stati distribuiti dei tutorial dimostrativi che spiegano questo sistema di raggruppamento relativo al contesto che serve appunto a riunire le schede inerenti a un certo servizio o social network.
L’uso dell’AI generativa Aria consente al browser di avere un accesso costantemente attivo verso il web. A ciò si accompagna un design modulare studiato per essere modificato in tempo reale secondo i gusti e le necessità degli utenti. L’intelligenza artificiale è poi intervenuta nella disposizione dinamica dei componenti delle barre verticali e orizzontali
Il tool AI automaticamente andrà poi a spostare i contenuti già presenti nel momento stesso nel quale ne vengono aggiunti di nuovi. A ciò si aggiungono delle funzioni più prettamente tecniche, tra cui il mantenimento di un’esecuzione sempre fluida delle animazioni, anche nell’eventualità che un processo UI si interrompa.
Questa è solo un’implementazione preliminare prevista dall’attuale release di Aria che presenta anche un’interfaccia chat con la quale la persona può comunicare con il chatbot di OpenAI per chiedere informazioni o generare codici. Opera però ha già promesso di offrire un’implementazione più approfondita nelle successive versioni del browser.
Oggi Aria è già stato distribuito in 180 Paesi, inclusa l’Unione Europea e per poterlo provare è necessario scaricare l’ultima versione di Opera One e creare un account Opera, se non se ne possiede già uno. Via e-mail si riceverà una conferma di inserimento nella whitelist e si potrà accedere al servizio tramite le impostazioni per Android beta o la barra laterale del browser di Opera One.